Linux Italian-HOWTO Marco Gaiarin (gaio@dei.unipd.it) v1.0.0, 6 August 1997 Questo HOWTO descrive in alcuni semplici passi come configurare il proprio sistema Linux per supportare pienamente la tastiera e la localizzazione italiana. Inoltre si vuole in questo testo censire il mondo Linux in Italia. 1. Introduzione Vi sarete accorti tutti che, nonostante la potenza e la versatilità di Linux, fargli capire che siamo in Italia non è uno dei compiti più facili. La tastiera spesso e volentieri manca di qualche cosa, anche se ci sono le lettere accentate, queste non vengono mai visualizzate, tutte le misure per la stampa sono impostate al US Letter invece che al più consono A4. Questo vuole essere un testo introduttivo che permetta di risolvere almeno i principali problemi. Quello che di sicuro sappiamo è che Linux ha avuto un grosso successo in Italia. Chi sviluppa o porta software, chi traduce e scrive howto, chi scrive tesi, chi gioca, chi lavora... Insomma, ce n'è da riempire parecchie pagine! Questo testo non è una guida all'installazione, né un testo di introduzione a Linux. Se questo è il vostro primo approccio a Linux, perché lo avete appena installato o vi accingete a farlo, qui potete trovare solamente alcuni riferimenti ad altre pubblicazioni che vi possono aiutare. In particolare in questo testo si presume che: · abbiate Linux installato e funzionante. Quello che di sicuro non troverete qui è una guida alla risoluzione di problemi hardware · abbiate una versione di Linux ``recente'', ovvero un kernel 2.0.0 o successivi, e tutte le nuove versioni delle utilità che occorrono per far andare queste versioni di kernel · abbiate una minima conoscenza della organizzazione del filesystem e la padronanza dei principali comandi, nonché un'idea dei concetti di utente e utente ``root'' · abbiate una minima conoscenza dell'uso dei programmi fondamentali, almeno un editor di testi. Come editor consiglio joe(1) ai principianti. É leggero, veloce, e funziona con una sintassi dei comandi WordStar compatibile. Oppure nedit(1) se si usa in maniera pesante X. Se siete alle prime armi con Linux, lo avete appena installato, il consiglio che vi do è quello di mettere da parte questo HOWTO e farvi una certa cultura su Unix in generale e su Linux. Lettura ``obbligatoria'' è quella dell'Installation and getting started di Matt Welsh, o gli equivalenti libri in italiano. Trovate in fondo, nella sezione bibliografica, tutti i riferimenti per reperire questi testi. 1.1. Dove potete trovare sempre l'ultima versione... L'ultimissima versione di questo testo è reperibile all'url che è il sito ufficiale dell'Italian Linux Documentation Project o brevemente ``ILDP'', ovvero al sito . Gli altri formati (txt, ps, ...) si trovano nello stesso sito, . L'autore è reperibile agli indirizzi gaio@dei.unipd.it. Oppure agli indirizzi 2:333/1016.2 (FidoNet), 61:3917/1.2 (PeaceLink), 91:13/1.4 (PNet), 1907:395/101.20 (ScoutNet). Sono contentissimo di ricevere ``feedback'' per questo testo, e invito tutti a segnalarmi eventuali errori, dimenticanze o proposte. 1.2. Convenzioni tipografiche · Questo è un programma(n) o file di configurazione del sistema. Il numero tra parentesi non è messo a caso. Vuol dire che quel programma è dotato di una man page, consultabile con il comando man n programma; per saperne di piú sulle manpage potete consultare la sezione ``Manpage''. Il fatto che scriva esplicitamente quel numero tra parentesi vuole essere un invito esplicito a leggere quella man page. · Questo è un comando da impartire o un nome di file o directory. · Questo è un [Tasto] sulla tastiera. Questa è una combinazione di tasti [Tasto1+Tasto2]. Di solito, per comodità, eviterò di scrivere le combinazioni di tasti con shift, perciò al posto di [Shift+a] scriverò il piú semplice [A]. · Questo è un termine nuovo, che va quindi ``metabolizzato''. Di solito tendo a essere chiaro, nel senso che dal contesto o dalle righe immediatamente successive si dovrebbe capirne il significato. Se cosí non fosse, tiratemi le orecchie. ;) 1.3. Note L'Italian-HOWTO, pur cercando di essere il più indipendente possibile dalla distribuzione, fa riferimento a Debian, perché ha una init SYSV, perché ha un sistema di pacchettizzazione e configurazione serio e funzionale, perché è già ora parzialmente in italiano e in futuro lo sarà (si spera) totalmente. Debian e RedHat sono molto simili, quindi gli utenti RH non dovrebbero trovarsi a disagio. Se non capite perché faccio questa drastica scelta, installate Debian (o se proprio siete dei fifoni, RedHat) e capirete... 1.4. Ringraziamenti 6 Agosto 1945, esattamente 52 anni fa. Ora non ci sono piú scuse, non ci sono piú spettri e muri a trattenerci; ora stiamo vedendo, in questi anni, a che cosa servono veramente le armi!!! Spendo due righe, quindi, a favore di un mondo senza guerre e senza armi, e speriamo senza la minaccia dell'atomica e della sua distruzione totale. Bandire le armi si può, le armi sono solo un colossale, sporco, insanguinato giro d'affari! Un grazie particolare va ad Anna, che nonostante passi buona parte del mio tempo davanti al computer, resiste ancora... Anche se devo dire che è scappata per due mesi in Africa, a disintossicarsi... Beata lei!!! Ora si è diplomata, e non le resta che aspettare, e aspettare, e aspettare... che io mi laurei! Un grazie a mia mamma, anche se mi ha fatto prendere una grosso spavento in questi ultimi mesi... Inoltre ringrazio mio cognato Stefano che, nonostante in un anno di matrimonio mia sorella Maria Luisa si sia ammalata molte volte, non ha chiesto il rimborso della ``merce'' in garanzia... ];))) Ringrazio inoltre Rete PeaceLink per il supporto tecnico, ma anche per la sua schiettezza, libertà, intelligenza, rigore. Che poi sono le stesse qualità di Linux. Ringrazio Maurizio Codogno, Pierluigi de Rosa e tutta l'area UNIX.ITA di rete FidoNet per aver gentilmente offerto parte della sua faq, e soprattutto per il supporto morale, la qualità degli interventi che solo in quell'area ho trovato. Vi scrivo sicuramente anche grazie a loro. Un ringraziamento speciale va al gruppo Pluto, particolarmente alla sezione di Padova. Magari ci metterò 2 anni in più a laurearmi, ma intanto mi sto divertendo un mondo... In particolare ringrazio Davide e Michele per l'esempio che danno, e soprattutto Rossana che con il solo fatto di esistere da una grossa speranza alla folla dei patiti di Linux single (e depressi). Un altro particolare ringraziamento va a Fabrizio e Mario, che nonostante si ritrovino già con parecchi decenni, mogli e figli a carico hanno ancora tempo da perdere in queste cose. 1.5. Traccia delle modifiche 0.1b Prima versione, niente di più che una traduzione/copiatura di altro materiale simile reperito in rete 0.2b Aggiunto il capitolo su Linux in Italia, qualche bugfix. 0.4b Risistemazione generale, aggiunta del capitolo su ispell 0.6b Profondo lifting (ho tolto una marea di roba che si trova semplicemente in altri HOWTO), riscrittura del capitolo sulla localizzazione con aggiunta di informazioni sui vari progetti, aggiornamento del capitolo su ispell. Questa vuole essere l'ultima versione beta (è un buon proposito ;). 0.8b Niente di meno che una correzione della precedente versione, con qualche aggiunta. Questa è di sicuro l'ultima versione beta. 1.0.0 Il testo dovrebbe aver preso la sua struttura definitiva; è stato riorganizzato tutto ed in particolare sono state aggiunte sezioni per libpaper, fortune in italiano e distribuzioni in italiano, è stata tolta la bibliografia in inglese; sono state inoltre riviste completamente le parti riguardanti la tastiera (aggiunta di xkbd), il TeX (da NTeX a teTeX) e la locale; è stato aggiunto il crossreferencing all'interno del documento. 1.6. Copyright Per motivi spudoratamente legali, riporto come messaggio di copyright la versione ``originale'' in inglese. Trovate subito sotto la traduzione. This Howto is copyrighted by Marco Gaiarin and distributed as other Linux HOWTOs under the terms described below. Linux HOWTO documents may be reproduced and distributed in whole or in part, in any medium physical or electronic, as long as this copyright notice is retained on all copies. Commercial redistribution is allowed and encouraged; however, the author would like to be notified of any such distributions. All translations, derivative works, or aggregate works incorporating any Linux HOWTO documents must be covered under this copyright notice. That is, you may not produce a derivative work from a HOWTO and impose additional restrictions on its distribution. Exceptions to these rules may be granted under certain conditions; please contact the Linux HOWTO coordinator at the address given below. If you have questions, please contact Greg Hankins, the Linux HOWTO coordinator, at gregh@sunsite.unc.edu. You may finger this address for phone number and additional contact information. Questo HOWTO è di Marco Gaiarin ed è distribuito come gli altri HOWTO di Linux sotto i termini descritti sotto. I documenti degli HOWTO di Linux possono essere riprodotti e distribuiti in tutto o in parte, con ogni mezzo fisico o elettronico, finché questo avviso di copyright è mantenuto su tutte le copie. La distribuzione commerciale è permessa e incoraggiata; comunque all'autore piacerebbe essere avvisato di ogni distribuzione di questo tipo. Ogni traduzione, lavoro derivato o comprendente ogni documento degli HOWTO di Linux deve essere coperto sotto questo avviso di copyright. Cioè non potete produrre un lavoro derivato da un HOWTO e imporre restrizioni aggiuntive sulla sua distribuzione. Eccezioni a queste regole possono essere garantite sotto certe condizioni; contattate il coordinatore degli HOWTO di Linux all'indirizzo indicato sotto. Se avete domande contattate Greg Hankins, il coordinatore degli HOWTO di Linux, a gregh@sunsite.unc.edu. Potete fare finger a questo indirizzo per il numero di telefono e altre informazioni per contattarlo. 2. La tastiera Quando premete un tasto, il controller interno della tastiera spedisce una serie di valori (ScanCodes) al kernel. Esistono in commercio delle tastiere programmabili, ovvero delle tastiere con cui è possibile modificare gli scancode generati. Vedremo anche che ci sono molti altri modi meno dispendiosi, oltre che cambiare tastiera, per poter associare effetti diversi ai tasti. Infatti Linux stratifica la gestione della tastiera, definendo tre categorie di gestione. Queste tre categorie, o modi, possono essere impostati dalle applicazioni. ScanCode (Raw) Mode Quando il kernel viene posto in questa modalità, non fa altro che passare, tali e quali, gli scancode al programma che ne ha fatto richiesta. Programmi che hanno questo comportamento sono, per esempio, X(1) e squake (Quake per svgalib). Potete vedere gli scancode della vostra tastiera semplicemente facendo un showkey -s. KeyCode (Medium Raw) Mode Altrimenti il kernel converte gli scancodes in eventi detti KeyCode composti da un flag, che indica se è un evento di tasto premuto o di tasto rilasciato, e da un numero identificativo del tasto stesso, tra l'altro seguendo l'ordine logico della tastiera, ovvero [Esc]=1, [F1]=2, ... Non esistono combinazioni. Anche il premere il tasto [Alt] o [Ctrl] genera un KeyCode, mentre premere in contemporanea più tasti genera semplicemente più KeyCode di pressione corrispondenti. Queste informazioni possono essere passate direttamente all'applicazione che ne fa richiesta in KeyCode mode. Non è molto usuale, infatti l'unica applicazione a me nota è showkey(1) che senza l'opzione -s serve proprio a fare vedere i KeyCode. KeySym Mode I KeyCode vengono filtrati dal kernel attraverso la KeyMap, ovvero una tabella di conversione. Non è un eufemismo, si tratta di una particolare tabella, un file di testo, che contiene tutte le conversioni KeyCode->KeySym. Questa conversione genera in uscita caratteri o stringhe (dette sequenze di escape, ovvero stringhe di caratteri che cominciano sempre con il carattere ASCII 27) seguendo lo standard VT100, ovvero lo standard che Linux adotta per i suoi terminali virtuali, o virtual console. Fanno parte di questa categoria la stragrande maggioranza degli applicativi, a partire da shell, editor e programmi vari. 2.1. Console Possiamo agire al livello 3, modificando la KeyMap, per poter ottenere tutto quello che vogliamo. Per fare questo è sufficiente impartire il comando loadkeys it.map. Se nessuno dei due comandi funzionasse (rispondono ``cannot load file it.map''), allora evidentemente si ha una distribuzione molto vecchia di Linux, oppure non si è correttamente installato il file. Non resta altro che prenderlo dal più vicino sito internet o BBS e copiarlo nella directory dove sono presenti le altre keytables, in Debian /usr/share/keytables. Debian in fase di installazione chiede quale tastiera si vuole installare, ed è addirittura possibile utilizzare la tastiera italiana in fase di installazione. Se occorresse fare delle riconfigurazioni, basta eseguire il comando kbdconfig, che fa tutto da solo ed è autoesplicativo. Le altre distribuzioni avranno sistemi simili per configurare la tastiera. Questa KeyMap inoltre supporta alcune aggiunte molto comode per i programmatori, come le parentesi graffe, il carattere tilde e il carattere apice inverso ottenuti premendo rispettivamente [AltGr+8], [AltGr+9], [AltGr+0] e [AltGr+']. Se qulcuno volesse usare una keymap particolare, realizzata da Lorenzo Maria Catucci (lorenzo@argon.roma2.infn.it), che permette di utilizzare anche le lettere maiuscole accentate e che corregge il posizionamento delle accentate filosoficamente sbagliato dai tempi dei PC IBM la può trovare su ftp://argon.roma2.infn.it/pub/linux. Per installarla basta decomprimerla (con gzip -d it.map.gz e copiarla nella directory /usr/share/keytables o dovunque ci siano le altre keytables con un nome consistente (magari, in onore all'autore, it- lmc.map e rilanciare la procedura di configurazione della tastiera; dovrebbe ora comparire tra le opzioni, e quindi basta sceglierla e uscire. Nella stessa directory è presente un it.map.readme che spiega come fare e un file Xmodmap-105.it che permette di avere gli stessi effetti sotto X utilizzando la vecchia gestione della tastiera (ovvero con xmodmap(1). Inoltre, per chi vule continuare ad usare la vecchia gestione, può essere utile il programma xkeycaps(1). Questa tastiera definisce il tasto Compose come [Ctrl+.], ovvero premendo, in sequenza, [Ctrl+.] (Compose), ['] e [I] si ottiene ``Í''; a questo punto dovreste aver capito, e produrre gli altri non dovrebbe essere difficile. Nelle tastiere a 105 tasti, quelle di W95, per capirsi, il tasto Compose è direttamente mappato su quello di apertura del menú. Altro programma utile oltre al già citato showkey(1) è dumpkey(1) che produce in output la tabella di conversione corrente. Si considerano utili letture le manpage di questi programmi. 2.2. XFree86 Come abbiamo già accennato in precedenza, X(1) si riporta in modalità ScanCode, ovvero va ad interagire direttamente con l'hardware, il controller della tastiera. Inoltre di recente (dalla versione 3.2 in poi...) XFree ha completamente cambiato la gestione della tastiera, aggiungendo una estensione che si chiama ``XKeyboard'', e qualche astrusa voce in più nel file di configurazione. Il problema è che xf86config(1) che non riesce più a gestire in fase di configurazione automatica la tastiera italiana (o meglio, per trovare uno straccio di riferimento all'Italia occorre navigare per un po' tra complicate opzioni...), ma niente paura. Si può benissimo completare la configurazione scegliendo una tastiera predefinita (come quella americana) e poi editare il file /etc/X11/XF86Config aggiungendo o modificando le informazioni: ______________________________________________________________________ Section "Keyboard" [...] LeftAlt Meta RightAlt ModeShift # ovviamente se avete una tastiera W95 # al posto di pc102 ci va pc105! # XkbRules "xfree86" XkbModel "pc102" XkbLayout "it" EndSection ______________________________________________________________________ Le prime due righe, in particolare, servono ad avvisare X che abbiamo intenzione di usare [AltGr] come modificatore ModeShift per poter utilizzare, come siamo abituati, parentesi quadre, at e diesis. (Non vi ricordate? Era una di quelle imbarazzanti domande che vi ha posto xf86config(1)...) Questa definizione di tastiera è leggermente diversa (come disposizione dei tasti ``nascosti'') di quella in console (ad esempio le parentesi graffe sono ora in [AltGr+7], [AltGr+0]); ci sono già delle definizioni che correggono queste diferenze (la migliore di Andrea Baldoni, abaldoni@xcal.net), ma nessuna mette la parola fine al problema. Mentre un gruppo di lavoro Debian sta studiando la questione, e quindi preferisco aspettare. Un problema noioso, che però non riguarda solo la tastiera italiana, è che in X gli effetti della pressione dei tasti BackSpace e Canc coincidono (ambedue fanno Del, ovvero cancellano il carattere sul cursore). Occorre quindi modificare gli effetti associati a BS e DEL, e in mancanza di una definizione di tastiera italiana completa, utilizziamo il vecchio metodo, ovvero il programma xmodmap. I metodi sono 2: O si crea un file ~/.Xmodmap così fatto: ______________________________________________________________________ keycode 22 = BackSpace keycode 107 = Delete ______________________________________________________________________ e si controlla che il proprio ~/.xinitrc o il generale /etc/X11/xinit/xinitrc abbia una riga del tipo ______________________________________________________________________ usermodmap=$HOME/.Xmodmap if [ -f $usermodmap ]; then xmodmap $usermodmap fi ______________________________________________________________________ oppure si inseriscono direttamente in ~/.xinitrc o /etc/X11/xinit/xinitrc le righe: ______________________________________________________________________ # map the [BackSpace] key to the BackSpace keysym. xmodmap -e "keycode 22 = BackSpace" # map the [Delete] key to the Delete keysym. xmodmap -e "keycode 107 = Delete" ______________________________________________________________________ che eseguono direttamente la reinizializzazione. ATTENZIONE che /etc/X11/xinit/xinitrc o ~/.xinitrc devono avere sempre come ultima riga eseguibile il nome del window manager, di solito fvwm(1), altrimenti X esce appena eseguito la lista di elementi nei suddetti file. Consiglio caldamente, se si vuole fare il proprio ~/.xinitrc, di copiarlo da quello generale e fare SOLO AGGIUNTE!!! Inoltre è da notare che se si usa xdm(1) per accedere a X, tutti questi comandi (e specialmente le chiamate a xmodmap) vanno inserite nel file ~/.xsession. A differenza di .xinitrc, eseguibile, e qundi è conveniente aggiungere in testa a .xinitrc (come prima) la riga magica #!/bin/bash, renderlo eseguibile (con chmod u+x .xinitrc) e quindi fare un link tra .xinitrc e Inoltre alcune distribuzioni adottano il nome di .Xresources in luogo di qui un link tra i due file risolve ogni dubbio. 2.2.1. Il problema del terzo incomodo... Il problema che resta da risolvere è quello degli xterm(1) o simili. Questi sono degli emulatori di terminale che intercettano gli eventi di pressione in X e li filtrano facendoli arrivare alla applicazione che gira nell'xterm. Il brutto della faccenda è che spesso nel fare questo perdono pezzi per strada, è il risultato è che non si riesce a far andare BS e DEL contemporaneamente in console, in X e in un xterm. Ma anche qui la soluzione, anche se non completamente funzionante, c'è, presa e adattata dal Linux Journal. Per tutti quei programmi che utilizzano terminfo, e se usate Debian tutti i programmi utilizzano terminfo, dovrebbe bastare mettere una cosa del genere nel proprio ~/.Xdefaults: ______________________________________________________________________ XTerm*ttyModes: erase ^H XTerm*VT100.Translations: #override\n\ BackSpace: string(0x7F)\n\ Delete: string("\033[3~")\n\ Home: string("\033[1~")\n\ End: string("\033[4~")\n\ CtrlPrior: string("\033[40~")\n\ CtrlNext: string("\033[41~") nxterm*VT100.Translations: #override\n\ BackSpace: string(0x7F)\n\ Delete: string(0x1b) string("[3~")\n\ Home: string(0x1b) string("[1~")\n\ End: string(0x1b) string("[4~")\n\ CtrlPrior: string(0x1b) string("[40~")\n\ CtrlNext: string(0x1b) string("[41~") ______________________________________________________________________ Questo tende a far funzionare tutto, a parte (e misteriosamente) cose come xcoral o textedit, che continuano a fare solo BackSpace. A questo punto credo che sia un problema di quei programmi... Magari segnalatemi i programmi che fanno i capricci, ed ovviamente le relative soluzioni. Inoltre mi hanno detto che rxvt(1), ovvero un emulatore di terminale alternativo e piú leggero di xterm, si comporta meglio, ovvero è piú simile a una Linux console. È appena ripartito lo sviluppo, quindi vi consiglio di prendere l'ultima versione. Per programmi (o sistemi) che usano ancora /etc/termcap è molto probabile che occorra una correzione della definizione di xterm. Purtroppo non ho, in questo momento, per le mani una patch funzionante. Chiunque abbia già risolto il problema me la può inviare e verrà allegata, anche se patch di grosse dimensioni non credo possano essere mai aggiunte a questo howto. Per comprendere meglio queste cose sono letture consigliate le manpage di termcap(5) e terminfo(5), oltre a quanto già riportato qui sotto. 2.3. Per maggiori informazioni Ulteriori informazioni, specialmente se si vuole migliorare la gestione della tastiera (aggiungere i tasti cursore in determinate applicazioni, macro ai tasti funzione, ...), si possono trovare in: · Keyboard HOWTO . · Key-Setup MiniHOWTO . · Linux Keystroke MiniHOWTO . Esiste inoltre la kbd.FAQ contenuta nel ``pacchetto KBD'' di gestione della tastiera, che dovrebbe essere già stata installata da qualche parte (di solito /usr/doc/kbd). 3. National Language Support (NLS) Di certo vi stupirà sapere che lo standard POSIX, e quindi anche Linux, prevede il supporto delle regole nazionali per la gestione di set di caratteri, modo di scrivere data, ora, numeri in generale e quindi tutto quello che può (informaticamente parlando) distinguere una paese dall'altro. Dalla versione 5.2.18 delle libc, tutta la localizzazione è supportata (diciamo anche da prima, ma con una caterva di bug ;). Ma non basta avere installate delle moderne libc, occorre anche che questa sia stata compilata con determinate opzioni e occorre installare tutta una serie di file e directory che descrivono la ``locale'' Italia. Insomma, compito non facile se la vostra distribuzione non lo prevede. In debian, per fortuna, libc è correttamente compilata per supportare la locale, e inoltre esiste il pacchetto wg15-locale che installa automaticamente e correttamente tutto. Se volete fare le cose a manina, potete prendervi da soli il pacchetto che trovate a ftp://dkuug.dk/i18n/WG15-collection e, ovviamente, leggervi attentamente la documentazione allegata. Per poter influenzare Linux di modo che reagisca secondo la locale scelta, occorre modificare delle variabili d'ambiente. In ordine: LANG È la variabile ``generale'' del gruppo, serve a definire una regola generale (il paese) con cui poi assegnare le variabili che vengono sotto. Una definizione delle variabili sottostanti annulla però quella di default definita da LANG. Inoltre LANG influenza anche il programma man(1), ci torneremo poi. LC_COLLATE Influisce sulle regole di parsing di alcune funzioni C, principalmente il sort. LC_CTYPE Definisce il set di caratteri usato dal sistema. LC_MONETARY Definisce come devono essere scritte le valute, ovvero quale, tra virgola e punto, è il separatore di decimali e migliaia e viceversa, il simbolo di valuta. LC_NUMERIC Separatore di decimali e migliaia, formattazione dei numeri. LC_MESSAGES Definisce i valori ``si'' e ``no''. LC_TIME Come stampare data e ora (questo influenza date(1) e programmi vari). LC_ALL Come LANG, solo che questa ignora i valori definiti per ogni singola variabile (forza tutto al suo valore). Piú semplicemente di quello che si crede, basta mettere nel proprio ~/.profile o /etc/profile per sh-type shells: ______________________________________________________________________ export LANG=it_IT ______________________________________________________________________ Oppure se avete c-type shells: ______________________________________________________________________ setenv LANG it_IT ______________________________________________________________________ Perché ``it_IT''?! È solo una convenzione, e il significato è ``lingua_PAESE''.Per fare un esempio potrebbe essere it_CH (Svizzera italiana). Come sempre la man page di locale(7) è lettura molto consigliata, come un giro per /usr/share/locale per vedere le locali disponibili. 3.1. Il set di caratteri Tutti finito, direte voi. Beh, quasi... Ora il problema è far capire alle applicazioni ``cattive'' che vogliamo avere i caratteri accentati. Questi hanno la interessante proprietà che sono lunghi 8 bit, mentre molti programmi ne considerano solo 7, perché è da 7 bit il codice ASCII internazionalmente riconosciuto. Per prima cosa l'ottavo bit deve sopravvivere nel passaggio da kernel a console virtuale, e quindi è buona cosa dare questo comando (anche se stty(1) di default ha queste impostazioni, controllare con stty -a): ______________________________________________________________________ stty cs8 -istrip -parenb ______________________________________________________________________ Ora restano da fare tutta una serie di piccoli aggiustamenti a tutta una serie di programmi per permettere il pieno utlilizzo della locale e dei caratteri ad 8 bit. 3.1.1. Shells 3.1.1.1. Bash(1) Se si vogliono usare nomi di file con lettere accentate e usare l'editing (Home, End e Del) in linea di comando è bene aggiungere anche questo nel proprio ~/.inputrc ______________________________________________________________________ set meta-flag on set convert-meta off set output-meta on "\e[1~": beginning-of-line "\e[4~": end-of-line "\e[3~": delete-char "\e[5~": backward-word "\e[6~": forward-word ______________________________________________________________________ 3.1.2. Editor 3.1.2.1. Emacs 19 Come sempre emacs è molto particolare. Avvisiamolo che vogliamo i caratteri accentati con : ______________________________________________________________________ (standard-display-european t) (set-input-mode nil nil 1) (require 'iso-syntax) (load-file "iso-insert.el") (define-key global-map [?\C-.] 8859-1-map) ______________________________________________________________________ Aggiunto al nostro bravo ~/.emacs Inoltre, se si usa Emacs in un Xterm (NO XEmacs o LEmacs!!!), è anche necessario aggiungere nel proprio ~/.XDefaults: ______________________________________________________________________ XTerm*VT100.Translations: #override\n\ Ctrl . : string("\0308") ______________________________________________________________________ 3.1.2.2. joe(1) Basta editare il file di configurazione /etc/joe/joerc o nel proprio ~/.joerc di modo che comprenda la riga (con il ``-'' sulla colonna 1): ______________________________________________________________________ -asis Characters 128 - 255 shown as-is ______________________________________________________________________ 3.1.3. Mail/News 3.1.3.1. elm(1) Aggiungere le seguenti righe nel file /var/lib/elm/elm.rc o nel proprio ~/.elm/elmrc: ______________________________________________________________________ displaycharset = iso-8859-1 charset = iso-8859-1 textencoding = 8bit compatcharsets = iso-8859-1 us-ascii ______________________________________________________________________ In particolare l'ultima riga serve a evitare di ricorrere a metamail(1) per ogni messaggio in arrivo. Resta il problema che il ``bultin viewer'' di elm non è 8 bit clean, e quindi si torna al punto di partenza. Si risolve la questione o eliminando l'ultima riga qui sopra, o usando less come ``external viewer''. Basta aggiungere nel solito ~/.elm/elmrc: ______________________________________________________________________ pager = less ______________________________________________________________________ Oppure prendere una versione piú aggiornata di elm, come quelle denominate ``ME'', ovvero ``Mime Enabled''. Queste permettono di configurare via menú tutto quello predetto, non lanciano sempre metamail perchè gestiscono internamente molti formati MIME e hanno un viewer 8 bit clean. 3.1.3.2. metamail(1) Aggiungere questo nel proprio ~/.profile o /etc/profile per sh-type shells: ______________________________________________________________________ export MM_CHARSET=iso-8859-1 ______________________________________________________________________ Oppure se avete c-type shells: ______________________________________________________________________ setenv MM_CHARSET iso-8859-1 ______________________________________________________________________ 3.1.3.3. pine(1) Aggiungere la seguente riga nel file /usr/local/lib/pine.conf o nel proprio ~/.pinerc: ______________________________________________________________________ # character-set should reflect the capabilities of the display # you have. Normal default is US-ASCII. Typical alternatives # include ISO-8859-x, where x is a number between 1 and 9. character-set=ISO-8859-1 ______________________________________________________________________ oppure direttamente da menu di configurazione, seguendo le voci ``Setup'', poi ``Configure'' e infine ``character-set''. 3.1.3.4. nn(1) Aggiungere la seguente riga nel file ~/.nn/init: ______________________________________________________________________ set data-bits 8 ______________________________________________________________________ 3.1.4. Programmi di comunicazione 3.1.4.1. telnet(1) Basta aggiungere nel proprio ~/.telnetrc la riga: ______________________________________________________________________ set binary true ______________________________________________________________________ 3.2. Manpage Le manpage sono quelle pagine testuali che si richiamano con il comando man(1), e che rappresentano la documentazione online di ogni buon sistema UNIX, non solo di Linux. Il comando man è abbastanza intelligente da reagire se è settata appropriatamente la variabile LANG. In pratica man va a cercare le manpages prima in $MANPATH/$LANG e poi in $MANPATH. Quindi, se traducete la manpage di tin(1), la piazzate in /usr/man/it_IT/man1/tin.1, settate LANG a ``it_IT'' e date man, ottenete la manpage in italiano. Ovviamente non dovete mettervi a tradurre da soli tutte le pagine, c'è già chi lo sta facendo, e se vi sentite dei traduttori nati non vi resta che saltare al progetto ``ILDP'' per saperne di piú e collaborare. Le pagine già tradotte possono essere tranquillamente prelevate e installate manualmente, prelevando l'ultima versione da ftp://www.pluto.linux.it/ildp/man/ e leggendo attentamente le istruzioni, anche se gli utenti debian possono trovare nella loro distribuzione il pacchetto manpages-it già pronto. 3.3. Catalogue Oltre tutto questo, c'è una terza e importantissima funzione della NLS: i messaggi dei programi nella lingua locale. Per farsi un'idea, agli utenti Linux non tocca editare i sorgenti di un programma, modificare a mano tutte le stringhe e poi ricompilare perché questo si presenti in corretto italiano. Esiste una ``prassi'' di programmazione che permette di specificare un linguaggio di default ``compilato'' nell'eseguibile (di solito inglese, per compatibilità) e invece definire delle catalog, ovvero dei cataloghi di messaggi in un formato particolare, detto portable object, o più brevemente po, che messi in una determinata directory consentono di essere ``linkati dinamicamente'' nel programma, ovvero usati semplicemente al suo posto. I problemi qui sono due: 1. Fare in modo che il maggior numero possibile di programmi supporti le convenzioni di programmazione che gli permettono di essere immediatamente localizzato. 2. Costruire i cataloghi di messaggi in italiano, controllarli, aggiornarli, distribuirli. Il primo problema è praticamente risolto, nel senso che ormai è buona prassi fare i programmi con il supporto NLS. Il secondo problema richiede una grande collaborazione e inoltre più che riguardare Linux riguarda il mondo GNU in generale, visto che queste catalogues prodotte vanno bene su qualsiasi piattaforma in cui sia stata portata la libreria e il compilatore GNU. In teoria anche non solo unix. Ora come ora sono stati tradotti solo una piccola parte di programmi, e a dire il vero ancora è tutto in via sperimentale... Per ora l'unico programma grosso che utilizza le catalogues è StarOffice. Se, come consigliato, ponete LANG a it_IT, StarOffice diventa in Italiano. Oddio, a dire il vero 80% in italiano, 15% in tedesco, 5% in inglese, fa quasi tenerezza... ;))) 3.3.1. it@li.org Non c'è da meravigliarsi che ci abbia pensato mamma GNU stessa a creare una mailing list (o meglio, un sito intero, ) dedicato a questo, dobbiamo ammetterlo, immane lavoro di traduzione e aggiornamento. In particolare in questo sito vengono messe a disposizione della cominità UNIX internazionale una serie di liste in cui poter coordinarsi per la traduzione, una per ogni paese piú una serie di liste generiche di ``intracoordinamento''. Visto che tradurre i messaggi (catalogues) e tradurre manpage e HOWTO sono compiti molto simili, ora come ora i compiti di traduzione sono divisi tra due ambiti, questa lista in cui si definiscono le regole generali di traduzione e si traducono catalogues, e ``ILDP'' che invece è piú legata al mondo Linux e maggiormente dedicata alla documentazione (HOWTO e manpage). Come per ILDP c'è bisogno di una grande collborazione da parte di tutto il mondo Linux italiano. Vi prego di NON, ripeto NON iniziare nessuna localizzazione senza prima aver sentito i ``colleghi'' di questa mailing list, il vostro lavoro potrebbe venir vanificato in un secondo. È possibile accedere a questa mailing list iscrivendosi, con il solito subscribe it Nome Cognome nel corpo del messaggio, all'indirizzo it- request@li.org, ovviamente la mailing list si chiama it@li.org. Tutto il lavoro svolto fino ad ora è reperibile all'url . In particolare: · ABOUT-NLS spiega in dettaglio il progetto, che cosa si intende per NLS, come si installa il supporto per la internazionalizzazione. · conf96-i18n.ps.gz è il testo della relazione di Ulrich Drepper all'ultima conferenza della FSF per la presentazione di NLS, disquisendo sull'implementazione GNU e altre facezie. · gettext-N.M.O.tar.gz ovvero le beta release del pacchetto gettext che serve per l'internazionalizzazione. Le versioni ufficiali si trovano comunque su . · maint/PACKAGE/it.po, ovvero le ultime versioni dei file .po originali in inglese da cui partire con le traduzioni. · trans/it/PACKAGE-VERSION.po, ovvero le versioni già tradotte dei file .po. Tutto questo materiale e anche altro è disponibile anche all'url . 3.4. Per maggiori informazioni Ulteriori informazioni possono essere recuperate nei seguenti testi: · The Linux Danish/International HOWTO È stato il primo HOWTO che ha trattato il tema della nazionalizzazione di Linux, ed è tuttora un riferimento. A dispetto del nome è piú ``International'' che ``Danish'' visto che è in inglese... · Locales mini-HOWTO È un mini howto che guida, passo passo, nell'installazione di un set locale funzionante e completo, per chi vuole fare da se. · Un giro per è consigliato ai programmatori. In particolare consiglio la lettura del file locale-tutorial-0.8.txt.gz o successivi, versione ``smanettona'' del precedente mini-HOWTO. · Come già detto, il sito ufficiale GNU dove potete trovare informazioni sula localizzazione GNU e le definizioni di locale più aggiornate è . 4. Altre localizzazioni Qui si volgiono trattare quelle localizzazioni che sono un po' piú hardware-dipendenti, e in particolar modo che riguardano i PC compatibili. Molto probabilmente molte di queste cose non si applicano alle altre piattaforme su cui gira Linux, ne chiedo venia. Le cose sono due, o mi regalate un PPC, una Sparc, un Alpha, un A4000, un MAC, sapere. ;-) 4.1. Font in console Linux permette di cambiare il font standard presente nella ROM della scheda video, in modo da avere il set di caratteri ISO-8859-1 completo a disposizione. La cosa può essere semplicemente ottenuta con : ______________________________________________________________________ # carica il set di caratteri Latin1 (ISO-8859-1) setfont /usr/lib/kbd/consolefonts/lat1u-16.psf # attiva la mappa di traslazione nulla mapscrn /usr/lib/kbd/consoletrans/trivial # rende attiva la nuova mappa di traslazione nella console corrente. # andrebbe ripetuto per ogni console... echo -ne '\033(B' ______________________________________________________________________ Il primo comando carica un nuovo set di caratteri, il secondo permette di eseguire una traslazione ``al volo'' tra caratteri richiesti e voluti e il terzo rende attiva la nuova coppia tabella-tavola di traslazione. Ad esempio di default non viene caricata nessuna tabella e viene eseguita la traslazione Latin1 (quello che Linux vuole) con CP437 (quello che il PC ha). Ovviamente le manpages di setfont(1) e mapscrn(1) sono utili letture. Ovviamente, se la propria scheda video supporta modi testo diversi da 80x25, è anche conveniente caricare un font di dimensione diversa. Si possono controllare i font e le mappe di traduzione disponibile nelle directory /usr/share/consolefont e /usr/share/consoletrans. Caricando un tipo di caratteri come lat1u-*.psf si ha anche il vantaggio di avere l'allocazione dei caratteri UNICODE, e non serve caricare nessuna tabella di traslazione. Ai fini pratici si può evitare di eseguire mapscrn e si ottengono contemporaneamente tutti i carateri accentati propri del set Latin1 e i caratteri semigrafici IBM che servono per disegnare correttamente le finestre di mc(1) e dialog(1). Per avere tutto questo occorre però avere un kernel decentemente nuovo, una versione recente di ncurses (libncurses.so.3.x.y) e kbd-0.91, altrimenti è facile che l'abilitazione del set Latin1 completo elimini il supporto per i caratteri IBM semigrafici e viceversa. 4.1.1. SVGATextMode Ma c'è una soluzione piú elegante. Esiste un programma che si chiama SVGATextMode(8) che fa tutta una serie di operazioni sulla console testo molto simpatiche. Permette di definire dimensioni ``non standard'' per la console (diverse da 80x25, insomma), permette di alzare la frequenza di refresh del video di modo da stancare meno gli occhi, gestisce chipset avanzati... Ha un file di configurazione, /etc/TextConfig che ha una sintassi molto simile al file di configurazione di XFree e che permette in un sol colpo di definire il font da caricare. Ci penserà poi il programma stesso ad attivare il font e renderlo disponibile. Basta modificare leggermente il file, facendo in modo che si presenti all'incirca come: ______________________________________________________________________ Option "LoadFont" FontProg "/usr/bin/setfont" FontPath "/usr/share/consolefonts" FontSelect "lat1u-16.psf" 8x16 9x16 8x15 9x15 FontSelect "lat1u-14.psf" 8x14 9x14 8x13 9x13 FontSelect "lat1u-12.psf" 8x12 9x12 8x11 9x11 FontSelect "lat1u-08.psf" 8x8 9x8 8x7 9x7 FontSelect "lat1u-08.psf" 8x32 9x32 8x31 9x31 ______________________________________________________________________ E si ottengono magicamente tutte le cose volute. 4.2. Font in X Buona parte dei caratteri installati con X seguono lo standard Latin1, e idem i font PostScript normalmente reperibili (come quelli dell'ATM). Quindi, nessun problema!!! 4.3. Stampante & DOS Se stampate file DVI, PostScript o comunque in grafica, non ci sono problemi. Ci penserà il vostro programma per la stampa a convertire il vostro file nel formato matrice-di-punti più consono alla vostra stampante. Ma se volete stampare in puro testo, senza formattazioni? Resta, soprattutto per le stampanti ad aghi, il metodo più veloce. Ma quanto è standard il set ISO-8859-1? ISO-8859-1 è il set di caratteri di Unix in generale, di Windows, Amiga, OS/2. Mancano all'appello il DOS e Macintosh. Ma in DOS la CP850 è in pratica il set Latin1, con i caratteri rimescolati un po' per essere compatibile verso il basso con la CP437. Sentitevi liberi quindi da qualsiasi ``sindrome da 8 bit'', e usate tranquillamente questo set di caratteri. Se dovete importare dei testi Linux in Macintosh, semplicemente usate il filtro per ``puro testo Windows'' o cose simili. Se volete stampare puro testo con le accentate da Linux, a questo punto non vi resta che provare una delle soluzioni seguenti: · Se la vostra stampante supporta il set di caratteri ISO-8859-1, mettetela in quella modalità, e fatela finita una volta per tutte con le diatribe tra set di caratteri. · Se la stampante supporta la CP850, mettetela in quella modalità e prendete il file . Si può usare come recode latin1:cp850 file dove file è il file da convertire, che viene sovrascritto. Per automatizzare la procedura si può anche installare come filtro per la stampa. · Se la stampante supporta solo CP437, o non volete/potete modificarla, non preoccupatevi, tanto comunque riuscite a stampare le cose ``normali'', come tutte le lettere accentate che trovate sulla tastiera e la lettera ``É'' (questo perché, come già detto CP850 e CP437 coincidono in corrispondenza di quei caratteri). 4.3.1. Un esempio di filtro Per avere automaticamente la conversione, si può utilizzare questo filtro: ______________________________________________________________________ #!/bin/sh if /usr/local/bin/recode latin1:cp850 then exit 0 else exit -1 fi ______________________________________________________________________ potete salvare questo filtro come /usr/local/bin/iso2850 e poi dargli i permessi di esecuzione (chmod ugo+x /usr/local/bin/iso2850). ora non vi resta che aggiungere nel file di configurazione delle stampanti /etc/printcap: ______________________________________________________________________ # esempio di filtro, sostituire ``lp2'' con il device corretto # i file log e acct vanno creati # cp850|dos:\ :lp=/dev/lp2:\ :sd=/var/spool/lp2:\ :lf=/var/spool/lp2/log:\ :af=/var/spool/lp2/acct:\ :if=/var/local/bin/iso2850:\ :sh: ______________________________________________________________________ Ora, se la stampante è impostata per usare la codepage 850, basta un bel lpr -Pcp850 nomefile per stampare un file latin1 con tutte le accentate al loro posto. 4.4. libpaper Libpaper è una piccola libreria e un programmino che dovrebbe ``standardizzare'' la gestione dei formati di carta sotto linux. In pratica fornisce delle funzioni da linkare al proprio programma che permettono di usare delle informazioni sul formato di carta centralizzate (prese da /etc/papersize o dalla variabile d'ambiente PAPERSIZE. In debian è installata di default e gs la usa. Potrebbe essere una cosa utile, e va incentivata. Maggiori informazioni le potete trovare alla manpage di paperconf(1), ovviamente se avete libpaper installata nel vostro sistema. 5. ispell Finalmente esiste un vocabolario italiano per ispell(1), . Anche se la tavola degli affissi non e ancora perfetta, è già più che funzionante e può essere tranquillamente usato. Contrariamente a quanto dice il README allegato al pacchetto, non sempre serve ricompilare ispell per poter usare il vocabolario. Potete provare a: 1. copiare la affix table (italiano.aff) e il vocabolario (la lista di parole, italiano.sml) in /usr/lib/ispell. 2. compilare il vocabolario, ovvero eseguire buildhash italiano.sml italiano.aff italiano.hash; Questo vi creerà il file italiano.hash, ovvero il vocabolario vero e proprio. 3. definire la variabile d'ambiente DICTIONARY con export DICTIONARY=italiano.hash in /etc/profile o ~/.profile. Se funziona, bene. Altrimenti, se non gestisce le lettere accentate è segno che ispell non è stato compilato con il supporto per gli 8 bit. Poco male, o recuperate una versione aggiornata per la vostra distribuzione, oppure ve lo ricompilate a mano prendendolo da e seguendo, questa volta si, le istruzioni del README allegato al vocabolario italiano. Nella distribuzione Debian è già presente il pacchetto iitalian che installa e configura correttamente il vocabolario, pronto all'uso. Se vuoi collaborare a migliorare il vocabolario o la tavola degli affissi (per sapere cos'è man 5 ispell), esiste una mailing list (che scherzosamente chiamo IspellIT!), che coordina gli sforzi. La mailing list è raggiungibile all'indirizzo ispellit@arci01.bo.cnr.it; per iscriversi, mandare il classico messaggio a listserv@arci01.bo.cnr.it con nel corpo la riga: ______________________________________________________________________ subscribe ispellit ______________________________________________________________________ Puoi collaborare in due modi: 1. Aiutando a completare la tavola degli affissi. Questo è il compito più difficile e impegnativo, ma anche quello più importante. 2. Collaborando a reperire un vocabolario il più vario e corretto possibile, oppure, se possiedi un correttore commerciale, impegnandoti a controllare e ripulire le varie liste di parole che abbiamo reperito. La stesura della tavola degli affissi è portata avanti anche in collaborazione con Eulogos - Ingegneria della lingua italiana , che si è resa disponibile a collaborare secondo lo spirito GNU. Responsabile del progetto è Sandro Dentella (sandro@crcc.it), potete contattare lui per ulteriori informazioni. Inoltre un giretto per la Ispell Home Page non è una cattiva idea. 5.1. Ispell e Emacs Per forzare il riconoscimento del nuovo vocabolario in emacs, occorre aggiungere questo nel proprio ~/.emacs ______________________________________________________________________ (setq ispell-dictionary-alist (append ispell-dictionary-alist `(,(list "italiano" "[A-Za-z]" "[^A-Za-z]" "[---']" t nil "~list")))) ______________________________________________________________________ dopodichè, M-x ispell-change-dictionary Invio Spazio ti mostra un completion buffer che contiene la magica parola, ``italiano'' (da Giacomo Boffi). 6. TeX Per sistemare il TeX le strade erano due. O modificare completamente la configurazione, ma questo avrebbe poi compromesso la corretta formattazione dei testi in inglese, che sono ancora la maggior parte, oppure affidarsi a dei pacchetti appositi che predispongono il TeX per l'internazionalizzazione, ovvero Babel. Questo è l'approccio seguito da LyX, ovvero un front-end grafico sotto X in fase di sviluppo, che consiglio di utilizzare ai digiuni di TeX. Siccome l'approccio era valido e molto intelligente, ho deciso di farlo mio. 6.1. Un po' di teoria... Il TeX è in pratica un linguaggio di programmazione. Scritto un file in un determinato formato, si può compilare e quello che si ottiene è un file ``oggetto'', ovvero un file intermedio, in un formato detto DVI, ovvero DeVice Indipendent format, da cui si ottiene un file in linguaggio per le stampanti, di solito un file PostScript. TeX è un ottimo programma per l'impaginazione di libri. La sua nascita nel grande mondo del free software lo ha velocemente indirizzato verso le pubblicazioni tecniche, scientifiche ma anche quelle multilingue. Inoltre permette una potente gestione degli indici e dei riferimenti, nonchè estensioni per la gestione dei riferimenti bibliografici. Un file sorgente di TeX è un file testo (come tutti i linguaggi di programmazione) con delle istruzioni aggiuntive (che iniziano per ``\'') che spiegano al programma come organizzare l'output. Come tutti i buoni compilatori, piano piano è stato dotato di librerie, chiamate pakage che ne estendono le funzionalità. Le più note sono il LaTeX, che definisce un insieme di stili tipografici per fare libri, articoli e lettere, con tutti gli elementi importanti di questi stili (titoli per libri e articoli, indirizzi per le lettere) già predefiniti e pronti all'uso. Esistono poi parecchie estensioni al LaTeX, le principali sono l'AMSLaTeX, che permette di ampliare di molto la già completa gestione di equazioni matematiche del TeX (per la cronaca, quasi tutti i libri di matematica in commercio sono fatti in TeX) e Babel, che definisce la gestione di diverse lingue, anche contemporaneamente sullo stesso documento. Come per Linux stesso, di TeX ce n'è uno solo, ma visto che ha bisogno comunque di librerie di font, programmi accessori, ... di distribuzioni ce ne sono tante. Si prende in considerazione qui la distribuzione di TeX di Debian, RedHat e SlackWare ovvero TeTeX. Dopo due anni dalla sua introduzione, mi sembra il minimo che venga preso in considerazione solo il nuovo e piú potente formato LaTeX2e. 6.1.1. Il formato del file Un file TeX è composto da un preambolo che definisce lo ``stile'' con cui è impaginato il testo e da un corpo, che comprende sia il testo che le formattazioni. Il corpo è quello che va dal comando \begin{document} al comando \end{document}, quello che c'è sopra è il preambolo, mentre quello che c'è dopo viene ignorato. Nel preambolo vengono definite: Classe (o Stile, in LaTeX2.09) Definisce lo stile del documento, ovvero se deve essere un libro (book), lettera (letter), articolo (article), ... Opzioni definisce sia le opzioni interne, ovvero quelle delle varie classi (dimensione dei caratteri in punti, dimensione della carta, ...), sia i pacchetti (packages) o stili aggiuntivi esterni, come il Babel stesso e il supporto per le accentate. Altro altre cose fanno parte del preambolo, come definizioni aggiuntive e strutture particolari, ma che ai fini del nostro studio sono inessenziali. La definizione è quindi del tipo: ______________________________________________________________________ % Questo è il preambolo % Questa è la definizione della classe e le sue opzioni \documentclass[opz1, opz2, ...]{classe} % Questo è il caricamento dei pacchetti e le loro opzioni \usepackage[opz1, opz2, ...]{pacchetto1} \usepackage[opz1, opz2, ...]{pacchetto2} . . . % Qui inizia il testo \begin{document} [...] \end{document} ______________________________________________________________________ Si vede come nel LaTeX2e ci sia separazione logica tra le opzioni dello stile, o classe, e dei pacchetti aggiuntivi, cosa preferibile visto il proliferare di nuovi pacchetti e estensioni. 6.2. L'installazione TeX di Linux Tutta l'installazione del TeX di Linux si trova in /usr/lib/texmf e subdirectory. 6.2.1. Configurazione di TeTeX Per la configurazione di TeTeX è sufficiente eseguire il programma di utilità texconfig(1) che provvede, via dei semplici menú, alla riconfigurazione di tutto. Le configurazioni da (eventualmente) modificare sono: HYPEN permette di modificare le tabelle di sillabazione attive; selezionata questa opzione si entra automaticamente in un editor (di solito vi(1)) ed occorre ``scommentare'' (eliminare il carattere di commento ``%'') di fronte alla riga italian ithyph.tex; Dopo aver salvato il file ed essere usciti (con [Esc] [:] [w] [q] [Invio]) vengono automaticamente rigenerati i file di formato, e il TeX è bello che configurato MODE permette di scegliere la configurazione per la propria stampante; ATTENZIONE che questo non configura la stampa vera e propria, ma solo il modo di default con il quale vengono generati i font da dvips; quindi scegliete come valore la risoluzione maggiore che riuscite ad ottenere dalla vostra stampante o da tutte le stampanti che usate con il vostro computer XDVI permette di scegliere la dimensione di carta di default e fare delle prove di stampa e di resa; è sufficiente scegliere l'opzione ``a4'' DVIPS permette di definire anche qui il formato della pagina, gli offset sulla pagina stessa (zone di non stampabilità), il modo e la stampante di default; permette di fare la stesa operazione per un certo numero di stampanti addizionali Alla fine di questa semplice operazione avrete la vostra installazione di TeX perfettamente funzionante. 6.2.2. Configurazione delle altre distribuzioni di TeX Per le altre distribuzioni di TeX occorre al contrario del TeTeX, editare e ricompilare a mano i files di formato (piú o meno ;). Non è una operazione semplice, troverete maggiori informazioni presso la documentazione allegata alla vostra distribuzione di TeX. C'è solo una nota da fare. La tabella di sillabazione italiana presente nelle distribuzioni diverse da TeTeX può essere vecchia o sbagliata. Cercate nelle sottodirectory di /usr/lib/texmf il file hyphen.italian o ithyph.tex. Se è già presente, controllate (è un file di testo, usate pure less(1)!!!) che NON sia la tabella di sillabazione di G. Patergnani. Questa soffre di quella che io scherzosamente chiamo ``sindrome di Zio Paperone'', ovvero tende a mandare a capo malamente i suoi nipoti (qu- i, qu-o, qu-a). Altrimenti, se la tabella non esiste o è quella del Patergnani, prendete il file aggiornati dai siti CTAN, uno per tutti ftp://ftp.dante.de. 6.3. Produzione di elaborati TeX ben localizzati Ora, dopo tutte queste disquisizioni, abbiamo capito che abbiamo bisogno di tre cose: A4 Ovvero per stampare decentemente sulla nostra stampante. ISOLatin1 Ovvero il supporto per le lettere accentate direttamente all'interno del file LaTeX, per evitare di ricorrere a pesanti sequenze di comandi. Babel Per il supporto della sillabazione italiana e di altre cose simpatiche senza stravolgere completamente la configurazione del TeX. 6.3.1. Stampa di testi in inglese Piacerebbe avere l'opzione della dimensione del foglio A4 definita direttamente a livello di TeX, visto che è il nostro standard. Questa operazione, anche se possibile, è sconsigliata. In TeX la formattazione di certi documenti dipende fortemente da margini e dimensione della carta. Cambiare uno di questi parametri senza rivedere il layout del documento potrebbe portare a delle emerite schifezze (figure sovrapposte, ...). Quindi, se vogliamo stampare dei testi in inglese, dobbiamo reperire i sorgenti in TeX, editare il file, aggiungendo nel preambolo l'opzione: ______________________________________________________________________ \documentclass[opz1,opz2,...,a4paper]{classe} ______________________________________________________________________ e magari controllare con un previewer come ghostview, prima di stampare, che l'output sia accettabile. 6.3.2. Composizione di testi in italiano Se invece stiamo costruendo un nuovo testo, e vogliamo che tutto funzioni alla perfezione, è sufficiente che il preambolo sia del tipo: ______________________________________________________________________ \documentclass[opt1,opt2,...,a4paper]{classe} \usepackage[italian]{babel} \usepackage[latin1]{inputenc} ______________________________________________________________________ Inoltre per un maggiore ordine nella sillabazione, e molti altri buoni motivi (tra cui le guiellmots «») è bene adoperare anche un ______________________________________________________________________ \usepackage[T1]{fontenc} ______________________________________________________________________ che permette di utilizzare i nuovi font ``ec'' in luogo dei vecchi ``cm'' di Knuth (da Lorenzo Maria Catucci). 6.4. Per maggiori informazioni... Se avete intenzione di stampare semplicemente dei file TeX, queste conoscenze sono sufficienti. Ulteriori informazioni possono essere reperite nella (nutrita!) documentazione che viene allegata alla distribuzione TeTeX, e che potete trovare nella directory /usr/lib/texmf/doc. Se invece avete intenzione di proseguire nella conoscenza del TeX, sono consigliabili, in particolare, i libri: · Donald Knuth, The TeXbook, Addison-Wesley, 1992 · Leslie Lamport, LaTeX User's Guide and Reference Manual, Addison- Wesley, 1994 · Helmut Kopka, Patrick Daly, LaTeX Guide, Addison-Wesley, 1994 · AMS-LaTeX Version 1.1 User Guide, American Mathematical Society, 1991 · Norman Walsh, Making TeX Work, O'Reilly & Associates · Tobias Oetiker, The not so short Introduction to LaTeX2e (or LaTeX2e in 69 minutes) ovvero il file /usr/lib/texmf/doc/latex/general/lshort2e.dvi, da cui si impara piú che dal Lamport, risparmiando giorni di studio (da Lorenzo Maria Catucci). E in particolare in italiano... · Gianni Gilardi, Il TeX, Introduzione al linguaggio e complementi avanzati, Zanichelli/Decibel · Claudio Beccari, LaTeX, Guida ad un sistema di editoria elettronica, Hoepli Milano Come noterete sono disponibili solamente in libreria. Anche perché, almeno i primi due, sono dei veri tomi... 7. TimeZone Allora, la TimeZone, ovvero il fuso orario corretto per l'Italia è GMT-1 d'inverno e GMT-2 d'estate, ovvero GMT-1 per l'ora solare e GMT-2 per l'ora legale. Oppure MET o CET (Middle o Central Europe Time) o anche CEST, che in aggiunta fanno anche il passaggio automatico ora legale/ora solare. Ogni distribuzione ha il suo programino per definire la timezone in maniera automatica. In Debian solitamente viene chiesto in fase di installazione, e non si può sbagliare (l'unica opzione utilizzabile è Europe/Rome, evidentemente, e per fortuna, in Debian sono impermeabili alle ultime mode secessioniste ;). Di solito negli ambienti Unix si preferisce impostare l'ora del CMOS a GMT e quindi avvisare clock(1) di questo con l'opzione ``-u ''; questo però di solito entra in conflitto con la gestione dell'ora di Windows, che invece insiste a modificare brutalmente l'ora CMOS. Vedete voi cosa è meglio fare, Debian in fase di installazione chiede quale delle due modalità usare di default e configura di conseguenza. Come sempre man clock per saperne di piú. Faccio notare che l'anno scorso sono cambiate le regole per la determinazione del passaggio ora legale/ora solare. Le nuove regole dovrebbero essere presenti nelle nuove distribuzioni, o comunque reperibili in rete. 8. Libri e pubblicazioni Questa vuole essere una piccola bibliografia per chi inizia a conoscere Linux. Per l'utente medio sono più che sufficienti i testi liberamente reperibili in rete, come i libri del LDP e gli HOWTO. Per un utente più attento può essere utile un approfondimento, anche perché buona parte degli argomenti su Linux riguardano UNIX in generale, come l'amministrazione di sistema, la gestione di una rete e via dicendo. Ho rimosso la bibliografia in inglese, questo perchè la sentivo poco consona al ``target'' di questo HOWTO; e poi oramai non è cosí difficile trovare un buon testo su UNIX/Linux in Italiano. Se siete alla caccia di una buona bibliografia su UNIX potete dare una occhiatina alla FAQ dell'area di discussione di FidoNet UNIX.ITA nel sito o giú di li. Difficile fare invece un ``censimento'' di tutto il materiale reperibile in rete. Ho cercato, soprattutto, di mettere le fonti di informazioni più importanti, o quelle più vicine a noi. Questo elenco non aspira a essere completo, tutt'altro. Come sempre sono felicissimo di ricevere suggerimenti, correzioni e aggiunte. 8.1. Libri In teoria qui potrebbero entrarci tutti queli libri che parlano di UNIX e che sono in italiano. Escludendo le traduzioni fatte con i piedi, qualcuno ha qualche testo da consigliare? 8.1.1. Linux · D. A. Tauber, Guida a Linux, McGraw-Hill Italia, ISBN: 88-386-3406-8. Contiene un CD-ROM. · Giuseppe Zanetti, LINUX - il sistema operativo free software per personal computer 386/486, edizioni Libreria Progetto, Padova, 1994. Poco più di 300 pagine, simpatica copertina a colori col logo di Linux creato da Rohde-Hass. Se volete contattare l'autore, scrivete a beppe@freddy.iperv.it. Ne è uscita da poco una nuova versione che ho solo visto di sfuggita, ma che è visibilmente piú grossa della precedente; infatti è stato aggiunto un corposo capitolo sul TCP/IP. · Luca Righi, LINUX, Jackson, 1996. Contiene un CD-ROM. · Naba Barkakati, I segreti di Linux, Apogeo, 1996, 800 pp., ISBN: 88-7303-191-9. Contiene un CD-ROM con Linux Slackware 3.0 e altre utility. · Richard Petersen, Guida completa a Linux, McGraw Hill, 1996, 721 pp. È una guida completa completa! In allegato CD-ROM con distribuzione RedHat e Caldera Network Desktop. ;-) (da Daniele Sanna) · Baffa, Calculli, Internet: manuale avanzato, Un buon libro che, a dispetto del titolo, parla quasi solo di Linux, e include un CD-ROM con la distribuzione Slakware. (da Gianni Comoretto) · Olaf Kirch, Linux guida per l'amministratore di rete, Jackson É la traduzione del libro O. Kirch, Linux Network Administrator's Guide, O'Reilly & Associates, Inc elencata precedentemente. Eccezionale. (da Ermenegildo Colpo) · M.Welsh, L.Kaufman, Il Manuale di Linux, Jackson Libri Traduzione del ``Running Linux'' di Welsh-Kaufman (da S. Crespi Reghizzi) 8.2. Riviste · PLUTO Journal, Pluto User Group. Il PLUTO Journal è una rivista interamente in italiano e completamente gratuita. La rivista tratta argomenti inerenti Linux ed è completamente fatta da volontari di tutta Italia. È consultabile on-line all'indirizzo URL: e tutti i mirror PLUTO. È reperibile anche in versione .tar.gz per una comoda lettura off- line all'url oppure (con una settimana di ritardo ;) in f'req al nodo FidoNet 2:333/1016 (con estensione .tgz invece che .tar.gz per compatibilità con i sistemi DOS. · Linux Gazzette, edizione italiana, LUGBari. È disponibile presso http://www.media.it/LUGBari/lgtp/index.html il primo numero dell'edizione italiana del Linux Gazette, contenente tutte le traduzioni del corrispondente primo numero dell'edizione originale americana. Leggetelo e fateci sapere le vostre impressioni, i vostri commenti (e critiche... non esagerate però!); si tratta del primo numero e quindi è da considerarsi del tutto sperimentale. 8.3. Libri/Pubblicazioni OnLine All'inizio c'era il nulla. Poi pian piano, i volenterosi, hanno cominciato a pubblicare delle FAQ (ovvero a raccogliere le domande fatte più spesso in modo che non siano più poste...). Da questo stadio poi è partito un vero e proprio ``progetto editoriale'' su Linux. 8.3.1. Linux Documentation Project LDP, ovvero Linux Documentation Project è il nome dell'insieme di testi che rappresentano i ``manuali'' di Linux. Sono tutti testi reperibili gratuitamente in rete, in numerosi formati (come per questo testo che state leggendo...). Principalmente si trovano quattro tipi di documento: · Le guide sono dei veri e propri libri, che hanno quindi il pregio dell'organicità di trattazione degli argomenti e, almeno per NAG e IG che ho letto e usato, la chiarezza. Sono, in ordine, Linux Installation and Getting Started, meglio nota come IG, Kernel Hackers' Guide o KHG, Linux Network Administrator's Guide o NAG, The Linux Users' Guide o UG, Linux System Administrator's Guideo SAG, e infine Linux Programmers Guide o LPG. · Le ManPages, ovvero l'insieme delle pagine che si richiamano con il comando man(1). · Gli HOWTO sono dei documenti che descrivono con grande chiarezza un particolare aspetto di Linux, come la stampa o la connessione a Internet via PPP. Sono dei testi brevi e chiari, ma che richiedono alcune conoscenze generali prima di essere affrontati. · I mini-HOWTO sono dei brevissimi HOWTO. Si differenziano dai precedenti perché non sono per forza tutti organizzati alla stessa maniera, e perché trattano problemi precisi e precisamente risolvibili, come un particolare hardware che richiede di essere ``massaggiato'' adeguatamente prima di funzionare o cose simili. Tutto il materiale LDP è liberamente reperibile in rete. Il sito madre, come per molto altro materiale Linux, è sunsite . Più precisamente il materiale è disponibile in versione HTML online all'indirizzo , e negli altri formati all'url . Molti siti, anche italiani, fanno il mirror di sunsite; trovate la lista in fondo a questo HOWTO. 8.3.2. Italian Linux Documentation Project Con molta fantasia si chiama ILDP, ovvero Italian Linux Documentation Project il progetto, lanciato dal gruppo Pluto, di tradurre i testi della LDP. Per adesso si è fatto il seguente: · Sono stati tradotti quasi tutti gli HOWTO e ormai si è nella fase di ``mantenimento'' del materiale tradotto. Il progetto ILDP comunque cerca volontari per tradurre e mantenere aggiornati gli HOWTO e per iniziare la traduzione dei ``libri'' della LDP (IG, NAG, ..., si, va bene, è un buon proposito...). Se vuoi collaborare, contatta il coordinatore Michele Dalla Silvestra (dalla@pluto.linux.it). · È da poco partito il progetto di traduzione delle ManPages, progetto che richiede una grande collaborazione da parte di tutti e che comunque ha cominciato a dare i suoi frutti. Tutto il materiale tradotto è reperibile online all'indirizzo e negli altri formati all'indirizzo . 8.4. Distribuzioni in Italiano Ebbene si, si può cominciare a parlare di distribuzioni in italiano, anche se per ora è solo un abbozzo. In particolare: Infomagic pubblica in Italia un cofanetto con dei CD che ha la copertina in Italiano, e mi sembra il (breve) manualetto di installazone all'interno pure. Non so che cosa ci sia in italiano oltre a queste cose, e chiedo conferme. Debian si avvia ad essere la prima distribuzione nazionalizzata; dalla versione 1.3.1 sono in italiano il floppy e il manuale di installazione, parte delle manpage, gli HOWTO (quelli tradotti), un buon numero di PlutoJournal e il vocabolario per ispell, oltre, come già detto, il perfetto supporto per la localizzazione. Caldera tra poco dovrebbe uscire una versione di Caldera Open Linux Base con installazione e manuale in italiano, e tra un po' dovrebbe essere prodotto un corso interattivo (tutorial) in italiano. Maggiori informazioni le potete trovare al sito della Future Technologies . 8.5. Fortune in Italiano Esiste una collezione di ``fortune'' in italiano; le fortune sono frasi che vengono stampate automaticamente nella fase di login dal programma fortune(1). Maggiori informazioni si possono avere al sito http://www.eurolink.it/~mirko/fortune.it/ o scrivendo agli autori Mirko Caserta (ik0zsn@amsat.org) e Andrea `Zuse' Balestrero (zuse@dist.unige.it). 9. Linux in Italia Questo spazio vuole essere un tentativo di censimento della realtà Linux in Italia, di modo che ognuno possa attingere ``al socket del suo vicino''... 9.1. Associazioni, gruppi di utenti Il mondo Linux in Italia sta subendo una crescita impressionante, cosa che stupisce anche noi che... in queste cose ci crediamo! Questo ovviamente ha posto tutta una serie di problemi a quelli che sono i due Linux User Group italiani piú importanti, ovvero ILS e PLUTO. Avendo ILS una forma statutaria definita e ``legale'' (è una associazione di fatto) non ha subito contraccolpi, ma il PLUTO, che resta la realtà piú viva e dinamica, ha subito diversi scossoni. Ora come ora nel PLUTO ci si sta orientando verso un abbandono delle sezioni dal punto di vista formale (che diventerebbero, quindi, LUG autonomi) e quindi diventare un gruppo di lavoro puramente ``virtuale''. Questo senza togliere l'importanza che hanno i LUG locali, e infatti si stanno definendo, anche in collaborazione con ILS, una serie di strutture a livello nazionale per venire in aiuto ai LUG locali, e soprattutto per formarne di nuovi. In questo spirito vengono riportati in maniera completa ILS e PLUTO, mentre brevemente solo i riferimenti agli altri LUG. 9.1.1. PLUTO Il Pluto, definito recursivamente come ``Pluto Linux/Lumen Utentibus Terrarum Orbis'', è nato nel 1992 per iniziativa di alcuni studenti e professori di Informatica dell'Università di Padova. Da allora il Pluto è cresciuto in maniera esponenziale estendendosi su tutto il territorio nazionale ed oltre, e costituisce il piú grande ed attivo LUG (Linux User Group) di lingua Italiana. Lo scopo del Pluto è di diffondere l'uso del Sistema Operativo Linux attraverso l'opera volontaria e non retribuita dei suoi membri/soci. Per conseguire il suo scopo, il Pluto: · Sostiene e diffonde lo sviluppo del Software Free e della sua filosofia. · Produce, traduce e diffonde la documentazione di Linux in lingua Italiana. · Promuove corsi, dimostrazioni e manifestazioni per favorire la conoscenza di Linux. Ogni utente di Linux, senza restrizioni alcune, che si impegni a partecipare attivamente allo scopo del Pluto, diviene per questo membro del Pluto. Il Pluto è una organizzazione ``virtuale'' che vive in uno o piú siti connessi ad Internet. La comunicazione tra i membri avviene primariamente attraverso i mezzi elettronici messi a disposizione dalla sede, il newsgroup Usenet it.comp.linux.pluto, le mailing list pluto-*, canali IRC, pagine del World Wide Web, ecc. Maggiori informazioni possono essere reperite alle pagine ufficiali del PLUTO all'indirizzo http://www.pluto.linux.it/. 9.1.2. ILS ILS è un'associazione culturale senza fini di lucro, che ha fra i suoi scopi primari la diffusione della cultura informatica in tutte le sue forme, con una particolare attenzione per il mondo del free software in generale e del software che viene rilasciato sotto la GNU General Public License. ILS e composta da tutti coloro che volontariamente e senza percepire alcun profitto mettono a disposizione il proprio tempo, le proprie capacita e le proprie risorse al fine di realizzare una comunità virtuale basata sulla cultura informatica/telematica. ILS offre ai Soci i servizi di Internet e-mail e Usenet News, che sono compresi nella quota associativa annua di Lire 50.000. Per maggiori informazioni chiamare la BBS della ILS al numero 019-862349, oppure mandare una mail a info@linux.it. Si può anche fare riferimento per maggiori informazioni a . 9.1.3. Altri LUG locali Come ho già accennato, molti di questi LUG sono ex sezioni PLUTO, e ne mantengono, e molto probabilmente ne manterrano per sempre, il nome. Se ci fossero altri LUG sarei contento di essere avvisato, e verranno prontamente aggiunti nella prossima versione. Cagliari GULCh - Gruppo Utenti Linux Cagliari coordinatori: Marco Marongiu (coordinatore@gulch.unica.it), Davide Rizzo (agemo@gulch.unica.it) Milano PLUMILO LUG coordinatore: Davide Michel Morelli (ziobudda@ziobudda@chiara.dei.unipd.it), Gianluca Montecchi (gm518464@silab.dsi.unimi.it) Padova PLUTO Padova coordinatore: Michele Minorello (gelido@dei.unipd.it) Perugia PLUTO Perugia coordinatori: Ciro Cattuto (ciro@stud.unipg.it), Eugenia Franzoni (eugenia@stud.unipg.it) Rimini PLUTO Rimini coordinatore: Francesco Conti (fconti@rebel.net) Roma PLUTO Roma Università Cattolica coordinatore: Tommasangelo Petitti (ibiig@rm.unicatt.it) Roma PLUTO Roma Università La Sapienza coordinatore: Marco Bravi (marco@impchim2.ing.uniroma1.it) Salerno PLUTO Salerno coordinatori: Aniello Del Sorbo (anidel@edu-gw.dia.unisa.it), Ermelindo Mauriello (ermmau@edu-gw.dia.unisa.it) Sicilia SPUTNIK coordinatori: Mario Murè (mure@sistemia.it, 2:335/533), Luigi Trovato (lonestar@mbox.vol.it), Salvo Rossitto (zeta@sistemia.it) Torino PLUTO Torino coordinatore: Paolo Sereno (paolo.sereno@torino.alpcom.it) Trento PLUTO Trento coordinatori: Alberto Battarelli (alberto@smog.science.unitn.it), Giuliano Natali (natali@trew.it) Venezia-Mestre PLUTO Venezia coordinatori: Federico Bellati (caos@mail.conecta.it), Marco Novello (mnovello@arf.dsi.unive.it), Paolo Didoné (plt_man@arf.dsi.unive.it) Contatta i rispettivi coordinatori per maggiori informazioni. 9.2. Aree di discussione pubbliche 9.2.1. Newsgroups I newsgroup sono delle grandi bacheche elettroniche (virtuali?!) in cui è possibile scrivere a tutti presenti contemporaneamente; un ottimo strumento per discutere e progettare a piú voci. comp.os.linux* Ovvero I newsgroup su Linux. Ultimamente sono diventati supertrafficati, e la qualità non è esaltante (per la maggior parte si cercano rimedi per qualche pezzo di hardware che non funziona). Da seguire assolutamente comp.os.linux.announce, che ``lancia'' tutti i nuovi software per linux. it.comp.linux Newsgroup italiano ufficiale su Linux. Valgono i discorsi fatti per la precedente gerarchia, con l'aggiunta della disponibilità tutta italiana (e in italiano) ad aiutare chi si affaccia per la prima volta nel grande mondo Linux. it.comp.linux.pluto Gli argomenti trattati dovrebbero essere attinenti a tutto ciò che riguarda il gruppo PLUTO. it.comp.linux.setup Discussioni sulla configurazione e installazione di un sistema Linux. it.comp.linux.annunci Annunci importanti per la comunità Linux italiana. 9.2.2. Mailing List Le mailing list sono dei luoghi virtuali in cui è possibile confrontarsi e discutere, un po' come i newsgroup. Quello che veramente li distingue da questi è il fatto che è possibile avere un controllo piú stringente sull'accesso, e quindi evitare il rumpre di fondo. pluto-ildp@pluto.linux.it maliling list ufficiale del progetto ``ILDP'' pluto-amiga@pluto.linux.it Linux e m68k, ovvero Linux su Mac, Atari, Amiga... pluto-devel@pluto.linux.it i Pluto Developers, ovvero lista in cui si discute sul free software e si sviluppa free software pluto-i386@pluto.linux.it Linux su macchine PC, per ora discussioni su cosa far fare al proprio PC con linux... pluto-journal@pluto.linux.it lista di coordinamento/redazione virtuale del ``Pluto Journal'' pluto-sparc@pluto.linux.it Linux su sparc, anche se manca la sparc ;) pluto-fido@pluto.linux.it Linux e il mondo della FidoTech, ovvero come mettere su una BBS sotto Linux e conquistare il mondo (della FTN) pluto-ong@pluto.linux.it Linux on the world, ovvero linux come strumento di networking a basso costo pluto-scical@pluto.linux.it Linux e calcolo scientifico scuola@linux.it Linux e il mondo della scuola debian-it@linux.it lista ufficiale degli utenti debian in italia debian-italian@debian.org idem alla precedente, in teoria, in pratica non usata it@li.org lista per la ``italianizzazione'' di Linux, ritorna ``indietro'' per maggiori informazioni ispellit@arci01.bo.cnr.it lista per la produzione di un vocabolario in italiano per ispell, ritorna a ``ispell'' per maggiori informazioni Per iscriversi a queste liste è sufficiente mandare un messaggio all'utente ``majordomo'' dell'indirizzo a cui appartengono le liste; nel messaggio è sufficiente inserire una riga con un semplice ``HELP'', e lo stesso majordomo provederà a rispondervi con le istruzioni corrette per iscrivervi. 9.2.3. ECHOMail Si chiamano echomail o piú semplicemente ECHO le ``conferenze'' telematiche nelle reti a tecnologia FidoNet; in pratica sono equivalenti ai newsgroup. 9.2.3.1. FidoNet FidoNet è la mamma di tutte le reti in tecnologia (appunto) FidoNet, ed è la piú grossa rete amatoriale oggi esistente. Per maggiori infromazioni vi rimando a oppure alle aree locali di ogni buona BBS. UNIX.ITA L'area UNIX.ITA tratta di tutto quello che riguarda i sistemi operativi *IX, sia come filosofia generale che come applicazione a sistemi particolari, compresi - ma non limitati a - AIX, A/UX, Coherent, ESIX, Interactive, Linux, Minix, NetBSD, SCO-UNIX, SunOS, Ultrix, Xenix. È tollerato anche parlare dei vari pacchetti software che storicamente sono associati all'idea di ``ambiente aperto'', e che sono disponibili in sorgente, come ad esempio i programmi GNU. In via sperimentale, è permesso parlare di programmazione di rete Unix (leggasi socket, RPC e simili). L'area UNIX.ITA non tratta di TeX (esiste l'area TEX.ITA al proposito) e soprattutto non tratta di ``Internet at large'' e affini. Per queste tematiche esiste l'area COMMS_RETI.ITA. Si invitano gli abituali frequentatori di UNIX.ITA a non rispondere in quest'area ai messaggi di questo genere: molto meglio una risposta in matrix comprendente anche l'invito a linkare l'altra area in questione. La parte di Internet che riguarda l'area comprende essenzialmente i server http (non i lettori) e i protocolli http, ftp e simili (non HTML). Moderatore: Pierluigi De Rosa, Fidonet: 2:335/720.1, pderosa@mbox.vol.it TEX.ITA I temi della conferenza sono il linguaggio per la creazione di documenti TeX (con l'estensione LaTeX) ed il linguaggio per la creazione di font METAFONT, che a TeX è direttamente correlato. Moderatore: Davide G. M. Salvetti, FidoNet: 2:332/617.33 COMMS_RETI.ITA Qui si tratta di reti geografiche e metropolitane, dei loro contenuti, strumenti protocolli e modalità di accesso. L'argomento può portare facilmente, data la natura della principali di queste reti, internet, a parlare di sistemi UNIX. Si ricorda che per questo argomento esiste un'area nazionale apposita. Anche per la discussione sulle reti locali esiste un'altra area dedicata. Si invitano gli utenti a scrivere qui solo di reti geografiche e metropolitane e a spostare in matrix ogni comunicazione non attinente il soggetto della conferenza (ringraziamenti, saluti, insulti e divagazioni). Qualora un nuovo utente ponga una domanda a cui si è già più volte risposto in area o/e di cui si ritiene nota ai frequentatori la risposta, si prega di soddisfarne la richiesta in matrix e di inviare, sempre per questa via, copia della risposta al moderatore che provvederà a inserirla nelle FAQ dell'area (è un buon proposito). Moderatore: Federico Baraldi, Fidonet: 2:332/414.6, Federico.Baraldi@p6.f414.n332.z2.fidonet.org PLUTO.ITA I Plutini in FidoNet Questa lista vuole essere punto di incontro dei soci PLUTO in FidoNet, ed è considerata alla stregua del newsgroup it.comp.linux.pluto o della mailing lists pluto- soci@pluto.linux.it. LINUX International LINUX Conference Area internazionale ufficiale su Linux. Niente di speciale, a parte il fatto che si leggono i messaggi provenienti da Sud America e Giappone qualche settimana dopo che sono stati spediti... SPUTNIK.500 Area del LUG Siciliano Area locale all'HUB 500 (Sicilia) su Linux creata appositamente come area di supporto per il gruppo SPUTNIK. Loro non scherzano, hanno il RC dalla loro parte... O;-))) 9.2.3.2. PNet Rete ``alternativa'' a FidoNet, piú piccola (è solo nazionale) ma non meno tecnicamente preparata. P_UNIX Linux, Unix e affini: discussioni sul sistema operativo Linux (software, hardware, compatibilità, sorgenti, etc) e confronto con altri sistemi operativi Unix-like P_PLUTO equivalente a quella che è PLUTO.ITA per il mondo FidoNet e it.comp.linux.pluto per internet P_PLFTN gate con la mailing lists pluto-fido 9.2.3.3. EuroNet COMEON_LINUX.ITA Area di supporto ComeOn Linux! per i suoi attivisti e per quanti vogliano collaborare. 9.2.3.4. PeaceLink Rete amatoriale ecopacifista, membro APC. Per maggiori informazioni si può vedere . PCK.PUB.PEACELINK_ARC non è proprio un'area dedicata a Linux, ma è l'area di supporto tecnico tra gli utenti di PeaceLink e molta gente usa Linux. 9.2.4. Meeting I2U Convention Ogni anno l'I2U, associazione di produttori e utenti di Unix e sistemi aperti, organizza una convention, che rappresenta la più grande manifestazione nazionale di applicazioni e soluzioni per sistemi aperti. Da qualche anno la convention I2U si interessa attivamente di Linux. Due anni fa ha invitato Linus in persona, l'anno scorso Alan Cox e Jos Vos. Quest'anno non si è fatta, ma non è morta! ;) Per ulteriori informazioni, puoi contattare Giuseppe Zanetti (beppe@freddy.iperv.it. Pluto Meeting Più o meno 2 volte l'anno i Plutiani si ritrovano a parlare dei loro progetti e delle loro ambizioni. Almeno una di queste 2 riunioni è aperta a tutti, viene organizzata con tanto di conferenze e dimostrazioni e viene pubblicamente annunciata nei soliti canali. 9.3. Siti Linux 9.3.1. Siti internet · Casa madre di buona parte del software Linux, amichevolmente chiamato semplicemente ``tsx''. · Idem come sopra, in più sunsite rappresenta il sito dove guardare per primo se si va a caccia di informazioni e documentazione, anche questo chiamato ``sunsite'' e basta (basta la parola ;). · Uno dei più grandi siti ftp al mondo, mirror di tante cose tra cui sunsite, tsx e casa madre dei kernel di Linux. · Casa madre di tutto quello prodotto dal gruppo Pluto, in particolare aggiornamenti della documentazione tradotta in italiano e Pluto Journal. · , Casa madre di ILS, correntemente mirror completo di Debian e di molte altre cose relative a Linux, soprattutto relative all'uso di Linux in ambiente FTN (Ifmail-HOWTO e compagnia). · Mirror ufficiale italiano di sunsite. · Mirror di sunsite. · Mirror di sunsite. · Tutta la redhat (intel, sparc, alpha, e beta release). · Slackware. · Mirror di sunsite; tsx-11 parziale. 9.3.2. BBS · OneWay BBS, +39 2 4491062, v.32bis,v.42bis, Milano, Fidonet 2:331/333, Virnet · DOC!, +39 41 5905472, ZyXEL19.2k,V.32b,V.42b, Mogliano Veneto (TV), Fidonet 2:333/704 · Sierra BBS, +39 6 39721568, ZyXEL19.2k,V.32b,V.42b, Roma, Fidonet 2:335/336 · Aloha BBS, +39 923 546164/7, V.32bis, V.42bis, Trapani, Fidonet 2:335/519, MultiMediaNet · Pappaconda on-line, +39 51 6233671, Zyxel 19.200, Bologna, Fidonet 2:332/424 · ILS BBS, +39 19 862349, V32bis,V42bis, Savona, Internet (E-Mail, News) Praticamente la versione BBS di svpop. · XCalBr8 BBS, +39 535 780191 Fidonet 2:332/521 Sysop Andrea Baldoni. File per sysadm, sorgenti di dosemu60, doom, driver per Gravis. patch del kernel, sorgente completo del kernel. · Eko BBS, +39 6 5215306, V.32bis, V.42bis, Roma, Fidonet 2:335/374 Files: Slackware (Agosto95), Howto, LDP... · cmb2000 BBS, +39 332 820009, v.32bis, v.42bis, Varese Fidonet 2:331/134 Files: Linux Slackware 3.0, IfMail-HowTo, MIT Sources, VuBbs. · Universal Mind BBS, +39 434 33869, V.34+, Pordenone, Fidonet 2:333/1016, ExNet 93:392/1, Itax 70:122/1, Pnet 91:13/1, PeaceLink 61:3917/1, Sysop Alessandro Zamarian. Mirror (?!) di tutto quello prodotto per il PLUTO (soprattutto Pluto Journal), vario altro. Magic f'req ``PLUTO'' per la lista files.